Che cos’é l’ Icona?

vergine tenerezza

Madre di Dio di Rublev

Con questo termine, ormai di uso comune, non intendiamo parlare di quegli elementi grafici che popolano i nostri computer e che ben conosciamo, ma facciamo riferimento a delle immagini sacre per lo più dipinte su tavola di legno, che facilmente richiamano alla mente il mondo greco bizantino e la cultura russa ortodossa.

 Questa parola è in realtà una traslitterazione del termine greco εικονα che si traduce con “immagine”, mentre l’infinito perfetto εικεναι è traducibile in “essere simile”, “apparire”.

Il vocabolo “icona” è più appropriato di quello latino “imago” che significa ritratto, figura, immagine, copia, ma anche ombra.

Questi due termini sono un po’ lo specchio delle divergenze che hanno diviso il mondo greco e quello latino. Divergenze che si manifestarono nel rifiuto o nella diffidenza occidentale di fronte al ruolo che l’icona aveva nella cultura greco-ortodossa.
Sintetizzando si può dire che in origine “imago” indicava, nel mondo romano latino, un ritratto, che assume la funzione di sostituto del personaggio, una sorta di doppio o di sosia, tanto che la presenza dell’immagine dell’Imperatore aveva funzione giuridica, e in un tribunale conferiva autorità sovrana al giudice.

Il termine “eikon”, icona, indica invece nel mondo greco un’immagine che è somigliante e nello stesso tempo differente rispetto al modello, che funge da collegamento con il modello che rappresenta, e ne permette la conoscenza, ma non è un sostituto della sua presenza o delle sue funzioni.

I Padri del VII Concilio distinsero in maniera precisa tra icona e ritratto, perché se il ritratto rappresenta un essere umano ordinario, l’icona rappresenta un uomo unito a Dio.
Le icone sono quindi delle tavole di legno di varia grandezza preparate in modo tale da offrire una buona superficie su cui dipingere.
Vi possono essere rappresentati vari soggetti sacri di cui il primo è il volto del Cristo, poi la Vergine Maria, gli angeli, i santi, ma anche avvenimenti narrati nei Vangeli, e anche altro.
E’ un’arte sacra che ha le sue origini nel Cristianesimo perché il fondamento dell’icona è proprio la nascita di Dio, di Cristo, nell’umanità.

Questo tipo di immagine che nasce nel mondo greco bizantino, talvolta anche in forma di pittura murale e musiva (cioè realizzata a mosaico) ebbe un suo sviluppo anche in occidente, dove però non fu mai compresa veramente nel suo aspetto teologico.

L’icona è essenzialmente un simbolo, uno strumento, un ponte che collega il terrestre con il celeste, viene definita una “finestra aperta sul divino”. Una finestra attraverso la quale noi osserviamo il mondo spirituale e Dio guarda noi attraverso le immagini dipinte. Per i Greci l’icona è il “luogo” dove Dio si rende “presente”.

angelo

Arcangelo Gabriele Monastero di Santa Caterina  del Sinai

Nella tradizione della chiesa bizantina, e poi anche della chiesa russa l’icona assume un significato particolare, e il simbolismo è usato non solo per rappresentare la parte pittorica, ma è utilizzato anche nella preparazione della tavola, nell’uso dei materiali adoperati.

Può essere difficile comprendere un’icona, specialmente per noi occidentali, perché l’icona non deve essere considerata solo un’opera artistica, non la si può paragonare ad un quadro e non svolge certo la stessa funzione.
Mentre un quadro ci parla un linguaggio terrestre, parla dell’uomo, delle sue idee, delle sue emozioni, l’icona ci trasporta in un altro mondo, in un piano trascendente dove tutto è immobile, sacro, immerso nella Luce del Regno di Dio.
Nella cultura occidentale, specialmente con il Rinascimento si osserva una nuova concezione dello spazio e del tempo; non a caso l’introduzione della prospettiva anima le scene, contribuisce a localizzare personaggi ed avvenimenti, portando una visione più “realistica” nella pittura.

L’uomo diviene più cosciente di sé ma perde sempre di più il contatto con il Creatore, quel contatto che proprio la vera pittura sacra, l’iconografia cercava di instaurare.

di Eleonora Guarducci

Come sviluppare le facoltà della mente

E’ possibile allenare e migliorare la nostra mente?

Non solo essa può essere allenata, ma possiede delle facoltà latenti che è possibile sviluppare con una “ginnastica” metodica.

In tempi moderni hanno preso campo vari approcci diversi, basti pensare alle mnemotecniche, ai metodi di lettura veloce, oppure ai software di “brain training”.super-cervello

In realtà la pratica di esercizi per lo sviluppo delle facoltà della mente è in uso già da millenni, nelle diverse scuole di ascetismo sia in oriente che in occidente, ma con scopi che vanno ben oltre al semplice allenamento della memoria o delle capacità logiche.

Le metodiche tradizionali si basano su alcuni elementi essenziali che sono: la corretta posizione, il controllo della respirazione, la pratica dell’attenzione volontaria che prolungata diventa concentrazione e poi meditazione.

Questo tipo di allenamento non solo porta degli enormi benefici nell’ambito della vita comune, perché una mente più pronta e più serena ci permette di essere più efficienti in tutto, ma apre anche la porta verso una ricerca ed una sperimentazione più profonda… costituisce il primo passo verso lo sviluppo dei sensi spirituali e di altre esperienze fondamentali del cammino interiore.

In questo nuovo incontro pratico affronteremo dei semplici esercizi di astrazione, attenzione volontaria e concentrazione per iniziare a prendere confidenza con la nostra mente e le sue facoltà.

a cura di Gianmarco Gioia
 

Seminario pratico: Giovedì 13 Novembre ore 20,30

Vi chiediamo di comunicarci se desiderate partecipare, e consigliamo un abbigliamento comodo.

La respirazione energo-vitale

respirazione 1Fin dall’antichità, sia in oriente che in occidente, sono stati ideati dei metodi per rieducare il nostro respiro, imparare a controllarlo e regolarne l’ampiezza e il ritmo,  metodi peraltro riscoperti e utilizzati oggi in ambito medico e riabilitativo per la loro efficacia terapeutica.

La cura della respirazione oltre a portare con se tutta una serie di effetti benefici da un punto di vista fisiologico, costituisce il metodo principale per percepire, assimilare ed eliminare in maniera equilibrata l’energia vitale, il così detto Prana della filosofia Yoga.

Non solo, il controllo del respiro è anche un sistema efficace per combattere lo stress, l’ansia e costituisce la base fondamentale per allenare la nostra concentrazione, perché pensieri, emozioni e respiro sono interdipendenti.

In questo primo seminario pratico svolgeremo alcuni semplici esercizi respiratori utili sia per la salute ma anche per ricaricarsi di vitalità e favorire la calma e la concentrazione.

a cura di Marco Tafani e Gianmarco Gioia
 

Seminario pratico: Giovedì 30 Ottobre ore 20,30

Chi volesse partecipare alla serata lo comunichi ai nostri recapiti!

E’ consigliato un abbigliamento comodo.

Uno sguardo nell’invisibile

Da alcuni anni ormai termini come energia vitale o prana, aura energetica, corpo astrale, centri di forza o chakras, kundalini ecc. sono diventati abbastanza comuni ma, nonostante la loro diffusione  verso il grande pubblico, non sempre vi è un’idea chiara del loro significato.
Questa terminologia deriva da tradizioni millenarie che ci parlano dell’esistenza di una realtà che va oltre a quella percepibile dai nostri sensi fisici.

Secondo queste dottrine l’uomo oltre a possedere un corpo fisico è costituito anche di una controparte invfoto-iride-occhio-ingrandita ridisibile, energetica, ma altrettanto reale quanto il corpo fisico, realtà “visibile” per chi ha sviluppato altri sensi detti “spirituali”.
In questo nuovo ciclo di incontri che ha per titolo “Uno sguardo nell’invisibile”, proveremo a fare un po’ di chiarezza su questo argomento. Per farlo ci baseremo sui testi tradizionali e massimamente sugli scritti di Tommaso Palamidessi, fondatore dell’Associazione Archeosofica e come vedremo uno dei maggiori studiosi e sperimentatori del ‘900 su questo tema.
Le conferenze si alterneranno a dei seminari pratici, sempre ad ingresso libero, perché è senz’altro interessante conoscere in teoria certi argomenti ma poi occorre verificare, toccare con mano, e solo la sperimentazione diretta e personale ci permette di farlo.

a cura di Gianmarco Gioia

Giovedì 23 Ottobre ore 21,30

Meditazione

Il corso di avviamento alla meditazione si svolge ogni settimana, di giovedì, dalle 20,00 alle 21,00.

Durante il corso vengono progressivamente introdotte le tecniche fondamentali di rilassamento, astrazione, respirazione totale, respirazione ritmica, concentrazione, visualizzazione, meditazione sul simbolo e meditazione sul nulla.

       Per informazioni: 3803187002 – info.sestofiorentino@boxletter.net