Iconostasi

Se qualcuno di noi entra in una chiesa ortodossa, sarà sicuramente colpito da un elemento insolito che la caratterizza e la distingue da una chiesa di rito latino, occidentale: questo elemento è l’iconostasi.
E’ questa una struttura che divide il presbiterio, cioè la zona dove vengono celebrati i misteri divini, dalla navata dove stanno i fedeli.
Iconostasi dal greco eikonostasis = “posto delle immagini”, composto da “eikon” = immagine e “stasis” cioè luogo, posizione; è quindi il luogo dove si posizionano le icone.

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Iconostasi romanica – Santa Maria delle Grazie – Grado

In antico sia le chiese occidentali che quelle orientali avevano questa divisione. Vigeva la consapevolezza della necessità che il fedele dovesse fare un percorso didattico graduale, quindi era necessario nascondere, a coloro che erano ancora catecumeni, i riti che vi venivano celebrati.

Nelle chiese paleocristiane c’era una balaustra con delle colonne che sorreggevano un architrave a formare una specie di portico (pergula) con dei drappi dove venivano appese delle lampade e delle immagini sacre, e questo dette poi il via alle iconostasi vere e proprie con delle griglie sempre più elaborate e più alte che contenevano le icone.

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Iconostasi – San Marco – Venezia

Nelle chiese in occidente, il presbiterio si nascondeva con delle tende, all’architrave venivano appese corone e vasi preziosi, e col tempo vennero aggiunte anche delle statue di marmo assumendo una funzione più decorativa che di effettiva copertura. La separazione, si trasformò nel corso dei secoli in una bassa balaustra in marmo che delimitava il “recinto presbiteriale”.
Alcune chiese moderne, non hanno più neppure il presbiterio tanto che l’altare si trova al centro sotto lo sguardo di tutti.

Secondo il pensiero orientale rimasto inalterato nei secoli, la centralità dei riti sacri non doveva essere immediatamente svelata, perché costituiva per il fedele un percorso educativo composto da varie tappe che lo avvicinavano ai “misteri”; si nascondeva alla vista, secondo la dottrina apofatica in linea con il pensiero dei Padri della chiesa, perché è nelle tenebre che Mosè vede Dio ed anche perché la “grazia” opera nel cuore dell’uomo in maniera invisibile; quindi ancora oggi nel rito ortodosso la celebrazione eucaristica si svolge dietro l’iconostasi.

In occidente al contrario si è preferito introdurre degli elementi attraverso i quali si potesse vedere lo svolgimento dei misteri, secondo il pensiero che per “vedere Dio” fosse necessario vedere l’elevazione dell’ostia alla consacrazione.

Ma torniamo alla nostra iconostasi.

schema iconostasi

L’iconostasi, celando la vista dell’altare e della celebrazione del sacrificio eucaristico, divideva lo spazio sacro da quello profano o, secondo i Padri della Chiesa, il cielo dalla terra.
Questa parete divisoria rappresenta per gli ortodossi una sintesi teologica della loro fede, spiegata attraverso le immagini.
Per accedere al Santuario ci sono tre porte: quella centrale più grande, che ha in genere due battenti, viene chiamata porta regale. Da questa porta può passare solo il sacerdote; un tempo, l’unico laico che vi poteva passare era l’Imperatore di Costantinopoli. Le altre due porte, disposte a destra e a sinistra di quella centrale, sono chiamate diaconali e  vi possono passare il diacono e il resto del clero.
Le iconostasi di tradizione greca sono più basse, mentre quelle delle chiese russe si sono ingrandite nel tempo, aumentando in altezza fino a raggiungere ben cinque ordini di icone.
Queste raffigurano, partendo dall’alto subito sotto la croce: i Patriarchi disposti ai lati della Trinità a rappresentare l’Antico Testamento.
Immediatamente sotto c’è il registro dei Profeti disposti ai due lati dell’icona chiamata “Vergine del Segno”.

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Iconostasi – Cattedrale dell’Assunzione – Cremlino

Sotto ancora le dodici Feste liturgiche, con al centro l’icona dell’ultima cena.
Nel registro sottostante, intorno all’immagine del Cristo Pantocratore, abbiamo la Deesis, cioè la preghiera d’intercessione per l’umanità, composta da grandi icone con la Vergine e San Giovanni Battista, gli angeli, gli apostoli, i Santi.
Sulla porta reale è rappresentata l’annunciazione e i simboli dei quattro evangelisti, accanto a questa abbiamo a sinistra la Madre di Dio e a destra l’icona di Cristo , poi a fianco delle porte diaconali, dove sono raffigurati gli arcangeli, si trovano l’icona della festa o del Santo locale.

di Eleonora Guarducci

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